Questo maniero è stato senz’altro la prima dimora di quella potente famiglia longobarda che in seguito verrà chiamata Malaspina, la quale, affacciatasi in Val di Stàffora, scelse il luogo d’Oramala per insediarvi la sede di quel che diverrà uno dei più potenti marchesati d’Italia settentrionale. In seguito il castello pervenne alla famiglia d’Este, loro congiunti. A questi ultimi fu tolto dal Pontefice Adriano IV nel 1157 e dato in feudo al vescovo di Tortona. Nel 1164, come premio per i servigi svolti, l’imperatore Federico I (Barbarossa) concede ad Obizzo Malaspina il possesso di quasi tutte le terre precedentemente avute che partono dalla Pianura Padana ed arrivano all’alta Toscana, comprendendo il castello e la rocca d’Oramala. I suoi muri, di uno spessore di metri 2,4 e la forma semicircolare rivolta verso la vicina collina dove potevano essere piazzate le artiglierie, sono dati inequivocabili che tanto la torre quanto la parte del castello furono costruiti e potenziati con criteri che l’arte militare di fine Medioevo suggeriva. La poderosa rocca rimase alla famiglia Malaspina fino alla fine del XVIII secolo, dopo di che fu abbandonata; di conseguenza incominciò il progressivo sgretolarsi di tutta la struttura. Nel 1985, i fratelli Panigazzi, attuali proprietari, iniziarono la ricostruzione delle parti crollate, che è tuttora in corso, allo scopo di conservare un’opera che per novecento anni ha conosciuto ed in parte ha fatto la storia delle nostre valli.