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Eremo di Sant'Alberto di Butrio
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FRAZIONE S. ALBERTO DI BUTRIO 59, 27050 Ponte Nizza PV, Italia
Ponte Nizza
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L'eremo di Sant'Alberto di Butrio, sorge fra primi rilievi dell'Appennino oltrepadano, nella Valle Staffora dell'Oltrepò Pavese, in provincia di Pavia, in una frazione del comune di Ponte Nizza, a 687 metri s.l.m., isolato in una chiostra di monti, tra verdi pascoli, castagni, querce e abeti.La costruzione venne iniziata dallo stesso Sant'Alberto, forse del casato dei Malaspina, che nel 1030 andò ad abitare in solitudine nella vicina valletta del Borrione, ove tuttora vi è una piccola cappelletta a lui dedicata.Avendo guarito miracolosamente un figlioletto muto del marchese di Casasco (Malaspina), questi in segno di riconoscenza gli edificò una chiesa romanica dedicata alla Madonna in cui Sant'Alberto ed i suoi seguaci eremiti potessero celebrare l'Ufficio divino. Costituitisi in comunità, gli eremiti edificarono il monastero di cui rimane attualmente un'ala: il cosiddetto chiostrino ed il pozzo. A capo della comunità venne eletto Sant'Alberto, che rimase abate fino al 1073, anno della sua morte. Nel frattempo l'eremo, alle dirette dipendenze del Papa, era assurto a grande potenza sia spirituale che temporale. Molte erano le celle e le dipendenze dell'eremo, situate nelle attuali provincie di Piacenza, Pavia, Alessandria e Genova. Dopo la morte di Sant'Alberto, l'eremo crebbe ancora in potenza e numero di monaci tanto da divenire un centro spirituale di una vastissima zona. Ospitò illustri personaggi ecclesiastici e laici. Si crede vi abbiano soggiornato anche Federico Barbarossa e Dante Alighieri.Nel 1900, anno in cui avvenne la riesumazione dei resti mortali di Sant'Alberto, deposti poi entro una statua di cera che si può vedere nella chiesa di Sant'Alberto, la cura dell'eremo fu affidata a Don Orione.Il complesso del fabbricato dell'eremo si compone della chiesa parrocchiale di Santa Maria, che è quella originaria edificata da Sant’Alberto, e di tre oratori adiacenti e comunicanti: quello di Sant'Antonio di forma trapezoidale, situato appena dentro la porta d'ingresso, che appare tutto affrescato; segue la cappella del SS.mo che si identifica come navata di sinistra per chi guarda l'altare, e infine la chiesa di Sant'Alberto sulla destra sempre per chi guarda l'altare. Sotto un certo aspetto è quest'ultima la più importante, perché in essa vi fu sepolto Sant'Alberto dopo la morte, perché vi si conservano tuttora le sue due tombe e le sue ossa, e infine perché in essa sono stati eseguiti i più pregevoli affreschi dell'eremo. La più antica di queste chiese è quella di Santa Maria, edificata da Sant'Alberto con l'aiuto del Marchese Malaspina, verso l'anno 1050. Segue quella intitolata a Sant'Alberto sorta prima della sua morte o subito dopo.

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